martedì 6 maggio 2025

La Fisica del Terzo Millennio

Premessa
Qualche anno fa lessi un libro dal titolo Il cigno nero. Come
l’improbabile governa la nostra vita. La sua presentazione
diceva:
“Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia,
videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati
dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo
evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di
un’esperienza millenaria.”
Quello che sto per raccontarvi è un grandioso cigno nero,
forse il più grande di tutta la storia della scienza, della filosofia
e della spiritualità messe assieme.
Il suo nome è Ettore Majorana.
Introduzione
Senz’altro avete sentito parlare di Ettore Majorana e della
sua misteriosa scomparsa.
Ettore fu un fisico teorico folgorante, un genio senza eguali
per la sua epoca. «Aveva doni che era il solo al mondo a
possedere» disse di lui Enrico Fermi, fisico italiano, Nobel per
la fisica nel 1938.
Il 25 marzo 1938, Ettore salì su un traghetto della linea
Napoli – Palermo e da lì si persero le sue tracce. 1
Nel libro La Macchina. Il ponte tra la scienza e l’Oltre,
fatto assieme alla cara Roberta Rio, vi abbiamo raccontato
cosa è successo dopo quella scomparsa, in un succedersi di
eventi che giungono fino ai nostri giorni.
Ettore certamente non morì quel 25 marzo di tanti anni fa.
Come già correttamente supposto da Sciascia 2 , si rifugiò in un
convento italiano, dove ebbe modo di approfondire le proprie
ricerche per molti anni, in solitudine, protetto da ogni disturbo
esterno.
Ettore scomparve perché era venuto a conoscenza di
qualcosa che avrebbe potuto mettere in pericolo non solo la
sua vita, ma anche quella dell’umanità intera. Il prof. Carrelli 3
attribuisce a Ettore, prima della sua scomparsa, una frase del
tipo: “la fisica è sulla strada sbagliata. Siamo tutti su una
strada sbagliata”.
Il tormento di un genio, che aveva visto troppe cose in
anticipo, lo portò a quella difficile ma allo stesso tempo
lungimirante decisione di isolarsi dal mondo.
Ettore si era spinto ben oltre i confini dell’allora
conosciuto, fino a comprendere le fondamenta dell’Universo,
che tradusse in una matematica e in una fisica del tutto nuove
anzi, del Terzo Millennio. Con esse è riuscito a costruire un
quadro teorico delle modalità di funzionamento della Materia
talmente preciso e affidabile da poter essere poi dimostrato
tramite una “macchina”. 4
Il mio incontro, nel settembre 2016, con Rolando Pelizza,
l’uomo che ha costruito quella macchina, mi ha permesso di
entrare in contatto con l’incredibile storia che Roberta ed io
abbiamo raccontato in quel libro.
E anche, come ora vi dirò, con quelle che suppongo essere
le basi teoriche della fisica di Ettore Majorana.
Ho trovato una fisica incredibilmente più profonda di ogni
sapere scientifico attuale. Talmente profonda che, quando
verrà compresa, rimetterà in discussione tutto il sapere umano,
dalla fisica, alla chimica, alla filosofia e anche alla spiritualità,
di qualsiasi ceppo religioso essa sia.
È davvero “esplosiva” … per le nostre conoscenze e per le
nostre coscienze.
È una conoscenza di una tale portata che non può essere
trasmessa “d’un botto” al genere umano. Le nostre menti, le
nostre abitudini e convinzioni gli opporrebbero una resistenza
senza fine.
Dobbiamo affrontarla per gradi, avanzando di pari passo
nella conoscenza scientifica e anche, soprattutto, in una
evoluzione della coscienza che ci porti ad utilizzare quella
conoscenza senza provocare la distruzione del genere umano.
Si, perché nella fisica di Ettore, accanto alla possibilità di
migliorare enormemente le nostre condizioni di vita, c’è la
possibilità di distruggere in poche mosse l’intero pianeta.
L’uso nel “bene” è grandioso; l’uso nel “male” è
eccezionalmente distruttivo.
È mia convinzione, dunque, che la trasmissione teorica di
questa conoscenza vada fatta per gradi. Ma non solo la teoria,
anche la sua applicazione tecnologica, che ha già dimostrato
di essere davvero “miracolosa”, almeno secondo l’attuale
concetto di miracolo.
La macchina in grado di dimostrare e applicare la teoria di
Ettore è già stata costruita ed è funzionante da diversi anni.
Essa ha ben dimostrato di poter realizzare tutte le 4 fasi di
sviluppo previste da Ettore in una lettera che ha spedito a
Rolando nel lontano 1964.
Figura 1: stralcio della lettera di Ettore a Rolando (26 febbraio 1964)
in cui vengono elencate le quattro fasi di sviluppo della macchina.
Ettore probabilmente sapeva di queste possibilità già da
molto prima se è vero, come si dice nella corrispondenza tra
Ettore stesso e suo zio Quirino 5 , importante fisico
sperimentale dell’epoca, che la fisica teorica di Ettore
permetteva di spiegare alcuni esperimenti innovativi svolti
dallo zio.
Quella della macchina è, come dire, una tecnologia
“matura” che potrebbe essere subito utilizzata … ma bisogna
prima essere sicuri che venga utilizzata bene!
Il “bene” dell’umanità è sempre stato un principio
fondamentale di azione di Ettore. Nel 1938 si è nascosto
proprio perché non voleva essere coinvolto nella probabile
realizzazione di un’arma di distruzione di massa, come poi si
è dimostrata essere la bomba atomica.
Ma anche Rolando non è da meno. Non ha esitato, a
esempio, a distruggere la propria macchina, quando gli
chiedevano delle dimostrazioni che la facessero apparire come
un’arma.
Anch’io, con lo scritto che segue, desidero inserirmi in
questa corrente di bene. La “fatica” di scriverlo non ha altra
motivazione se non questa.
Desidero essere partecipe di una trasmissione di
conoscenza graduale ma che, allo stesso tempo, possa
incanalare la futura ricerca scientifica nella sola direzione che
ritengo corretta per il bene dell’umanità.
Penso che l’attuale strada intrapresa dalla nostra scienza,
infatti, non sia né corretta, né rivolta con decisione verso il
bene.
Avremo modo di comprendere nello sviluppo del testo cosa
si intende con “la violenza” del nostro attuale approccio
scientifico e tecnologico.
5 Giorgio Dragoni, Ettore e Quirino Majorana, tra fisica teorica e
Del resto, è sotto gli occhi di tutti come l’attuale sviluppo
scientifico e tecnologico stia distruggendo il pianeta, … e non
parlo solo della tecnologia bellica.
Anche la scienza deve evolvere, certamente nelle sue
conoscenze ma soprattutto nella coscienza del ruolo che è
tenuta ad avere nell’ambito dello sviluppo della vita nel nostro
pianeta.
Il contenuto di questo testo
In questo testo cerco di presentare, in maniera divulgativa,
quali sono i fondamenti teorici della fisica di Ettore Majorana.
Non prendetemi troppo sul serio in questa affermazione. Io, in
realtà, non so quasi nulla né della fisica né della matematica di
Ettore.
Cerco solo di rendere più chiari e organizzati, supposto che
ci riesca, due scritti che Rolando Pelizza ha scritto assieme a
Roberto Guzzo, pubblicati nel 1996 e nel 1998. Ci aggiungo
qualche parziale informazione ricevuta da Rolando, sempre
restio a parlare esplicitamente su argomenti che possono
condurre alla comprensione nel dettaglio della teoria di Ettore,
dallo stesso trasmessagli solo parzialmente tra gli anni 1958 e
1964. E poi condisco il tutto con qualche mia considerazione,
in effetti piuttosto vicina alla supposta costruzione teorica di
Ettore, che avevo già riportato in un mio testo del 2016 6 , prima
di incontrare Rolando.
I due testi di Guzzo e Pelizza non hanno avuto praticamente
nessuna diffusione pubblica e non sono sul mercato.
Sono testi molto profondi ma … piuttosto strani, direi quasi
incomprensibili.
6 Lo Spirito e gli Esseri dello Spirito.
Leggendoli con attenzione sembra quasi che siano stati
costruiti per dare l’impressione di una grande importanza di
contenuti, ma senza voler farla effettivamente comprendere.
Ho faticato molto a capire ciò che andava tenuto e ciò che
invece andava rimosso. Il risultato mi sembra abbastanza
congruente ma … a voi il giudizio.
Nei testi, senza mai citare il nome di Ettore, si parla della
Teoria degli Esponenti che, d’ora in poi, considererò come La
Teoria Generale di Ettore. La descrizione che ne faccio non è
avvallata dalla conferma di Rolando né, tantomeno, da quella
di Ettore, supposto che, da dovunque si trovi, possa
“ascoltare” i miei maldestri tentativi di interpretare le sue
geniali teorizzazioni. … non me ne voglia Ettore, se attribuirò
a lui delle “castronate” provenienti solo da una mia errata
interpretazione. Me ne scuso umilmente in anticipo.
Quella che leggerete, dunque, è semplicemente l’idea che
io mi sono fatto di ciò che potrebbe essere la teoria di Ettore,
o perlomeno di una sua parte.
Parlo esplicitamente di “una parte” perché, pur nella
relativa completezza di alcuni aspetti, ho notato, a mio modo
di vedere, delle importanti mancanze che tenterò di non
colmare con delle ipotesi, che a questo punto sarebbero solo
mie.
Ancor meno chiara ed esplicita è la matematica di Ettore.
Non ho potuto reperire alcuno scritto significativamente
esplicativo e in quanto riporto nel testo mi baso solo su alcune
generiche considerazioni fatte assieme a Rolando. Partendo da
queste ho costruito una mia semplice ipotesi – questa volta sì,
è solo una mia ipotesi – di come possa funzionare la
matematica di Ettore.
Posso comunque dire, con una certa sicurezza, che la
matematica di Ettore è assolutamente fondamentale per poter
descrivere e utilizzare praticamente la sua teoria fisica: la
matematica è il vero strumento che ha permesso alla sua fisica
di diventare “macchina” e rendersi “realtà effettiva”.
Anzi, direi anche di più: sono convinto che è proprio stata
la matematica a permettere l’evoluzione stessa della fisica
Ettore, in un gioco di reciproco aiuto e suggerimento.
Permettetemi allora di presentare la mia più grande
ammirazione alla matematica di Ettore, probabilmente il più
vero e profondo linguaggio mai utilizzato per descrivere il
nostro universo.
Se quanto vi presenterò è, dunque, solo una mia parziale
interpretazione della teoria di Ettore, non è per questo da
sottovalutare.
Sono infatti convinto che alla base ci siano effettivamente
le “idee” fondamentali di Ettore che, anche se da quanto
esporrò  non  sono  direttamente  riconducibili  alla
sperimentazione pratica, ritengo riescano comunque a indicare
una precisa strada da seguire da parte della nostra scienza,
correggendo e ampliando il sentiero finora seguito.
Quello che presento è, dunque, una specie di “manifesto”
di quella che mi aspetto possa essere la Fisica del Terzo
Millennio che considero fortemente se non completamente
basata sulla fisica di Ettore Majorana.
Tenterò in questo modo di svelarvi il mistero di ciò che sarà
la fisica del futuro. Un mistero che viene da un grande passato
italiano, da Ettore Majorana.
I misteri, così come i giochi di prestigio, perdono il loro
fascino quando vengono svelati. Vi accorgerete che questo
caso non conferma la regola. 7
Non sono un fisico
Un’altra “cosetta”, prima di iniziare.
Qualche mese fa ho presentato la storia di Ettore Majorana
a un convegno negli Stati Uniti 8 suscitando stupore e
incredulità.
A fine presentazione, dopo le calde e umanissime
espressioni di partecipazione della prof.ssa Sarah Knox, mi è
venuto vicino il dott. Alex Hankey, un fisico teorico inglese.
Dopo alcune parole di apprezzamento su aspetti specifici della
presentazione appena fatta, mi ha detto: “se lei fosse stato un
fisico, non avrebbe mai potuto presentare ciò che ci ha
raccontato oggi qui”. Al ché ho risposto che aveva ragione,
non sono un fisico e, pensando che alludesse a qualche
clamoroso “errore” scientifico fatto durante la presentazione,
gli ho chiesto il perché di quella sua affermazione. Mi ha
risposto che nessuno dei fisici di sua conoscenza avrebbe
potuto ribaltare tutte le conoscenze finora acquisite dalla fisica
come avevo fatto io quel giorno; solo qualcuno al di fuori della
conoscenza di settore e della mentalità corrente avrebbe potuto
farlo. Al che mi sono sentito rincuorato e ho automaticamente
trasferito, nella mia mente, quello che mi sembrava un gran
complimento all’apertura mentale di Ettore e Rolando.
Sta di fatto, e questo è il punto, che chi è completamente
immerso in un determinato modo di pensare fa grande fatica
ad uscirne fuori e vedere ciò che sta oltre.
Ringrazio pertanto “il destino” che non mi ha fatto
diventare un fisico, anche se quando studiavo ingegneria ho
avuto più volte la tentazione di passare a studiare fisica e
matematica.
E lo ringrazio anche per avermi fatto fare l’ingegnere, una
professione in cui la necessità di adeguarsi costantemente al
risultato pratico e all’effettiva esperienza nella materia
“costringe” il nostro pensiero e il nostro approccio scientifico
a cercare continuamente strade diverse, talvolta mai prima
affrontate da altri.
È proprio questa abitudine al cercare nuove vie che mi ha
permesso di affrontare con curiosità l’incredibile storia di
Ettore Majorana e di Rolando Pelizza.
Una nota per la lettura
Nel testo troverete dei paragrafi spostati sulla destra e
segnati da una linea verticale a lato.
Essi rappresentano delle parti di testo che non centrano
direttamente con l’interpretazione della teoria di Ettore e
vanno considerate solamente come delle mie inclusioni
descrittive o narrative.